Curiosità

Miele: Liquido o Cristallizzato?

Tutti i mieli sono liquidi al momento dell’estrazione poi nella maggiore parte dei casi, in un tempo variabile da pochi giorni ad alcuni mesi, interviene la cristallizzazione. Questo è un processo naturale, che non comporta variazioni se non di aspetto. Si sviluppa in modo variabile nei diversi prodotti a seconda della composizione, e quindi dell’origine , della temperatura di conservazione e di altri fattori di tipo meccanico e fisico. E’ dovuta semplicemente dal fatto che la maggior parte dei mieli contengono disciolti più zuccheri di quanti ne possano mantenere stabilmente in soluzione sovrasatura. l’evoluzione naturale in quasi tutti i mieli è quindi quella in cui gli zuccheri in eccesso, soprattutto glucosio precipitano sotto forma di cristalli. La cristallizzazione è più rapida nei mieli più ricchi di glucosio. Nei mieli poveri in glucosio e ricchi di fruttosio , invece non interviene o si sviluppa tardivamente e in maniera incompleta (mieli velati o pastosi, ma non compatti).

La scelta tra miele liquido e miele cristallizzato è una questione di preferenze personali; se però si vogliono privilegiare i prodotti più integri bisogna ricordare che, al di fuori della stagione produttiva , i mieli che si mantengono liquidi più a lungo sono l’acacia e le melate. Negli altri la presentazione allo stato liquido dipende dalla pastorizzazione, ovvero da un trattamento termico a temperature elevate, è noto che tale riscaldamento provoca una perdita sostanziale delle proprietà naturali del miele. Quindi può essere interessante e vantaggioso abituarsi all’uso del miele cristallizzato : si scoprirà allora che questa forma fisica rende forse il miele meno comodo da sciogliere ma molto più facile da maneggiare, in quanto non cola è molto più piacevole da consumare poiché viene percepito meno dolce e più fresco al palato.

                                              POLLINE

E’ una struttura microscopica polverulenta che costituisce la parte maschile del ciclo biologico della pianta.
Le piante, immobilizzate dalle loro radici, necessitano di particolari stratagemmi affinché l’incontro produttivo fra due individui possa realizzarsi: alcune si affidano al vento (polline anemofilo), responsabile delle allergie primaverili, altre si avvalgono per il trasporto degli insetti pronubi come l’ape (polline entomofilo).

polline ape1

 

L’insetto trasporta il polline da un fiore all’altro perché volare di fiore in fiore ha, per lui, un preciso scopo: la ricerca del cibo. Le api sui fiori da loro frequentati trovano il nettare, fonte di sostanze zuccherine e il polline ricco di sostanze indispensabili all’accrescimento.
All’interno dell’alveare la maggior parte del polline raccolto viene consumato dalle giovani api operaie che, grazie a questo apporto proteico, possono a loro volta produrre, per secrezione ghiandolare, la pappa reale destinata per i primi giorni alle larve e per tutta la vita all’ape regina. 

Propoli

La pròpoli è una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante. Si tratta quindi di una sostanza di origine prettamente vegetale anche se le api, dopo il raccolto, la elaborano con l’aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dal loro stesso organismo. 

Tra le proprietà più interessanti della propoli vi è indubbiamente l’effetto antibatterico confermato da ricerche scientifiche che hanno visto come i principi attivi in essa contenuti siano in grado di inibire lo sviluppo di diversi tipi di batteri.Viste tutte le sue capacità, non è un caso che le api utilizzino questa sostanza per isolare dagli agenti esterni e disinfettare l’alveare, si tratta infatti a tutti gli effetti di un antivirale e antibiotico naturale.